Storia


L' abbazia benedettina di San Nicolò e il tempio di San Vittore


Il territorio della colonia romana di Auximum si estendeva lungo il corso medio e inferiore del fiume Musone ed era delimitato a Nord dal fiume Aspio che segnava il confine con la colonia di Ancona e il municipium di Numana. A Sud confinava con il territorio della colonia romana di Potentia, ed Helvia Ricina e ad Ovest con Jesi e Cingoli.
Il processo di romanizzazione, che, a partire dal III sec. a.C., interessò l’Italia centrale adriatica, ebbe importanti conseguenze anche per Osimo e il suo territorio. Dopo la conquista militare (295 a.C. e, soprattutto, 268 a.C.), Roma si assicurò e consolido, in fasi successive, il proprio controllo politico e amministrativo dell’intera area, attraverso la deduzione di colonie, l’invio di coloni (Lex Flaminia del 232 a.C.) e l’apertura di strade consolari (Flaminia del 220 a.C.).
Il territorio osimano “comprende l’immediato retroterra del Conero e presenta una conformazione prettamente collinare. Notevole la posizione di Osimo stessa, posta su un sistema collinare, costituito dalla dorsale sub appenninica di Osimo – Castelfidardo che, a breve distanza dalla costa adriatica, incuneandosi tra le valli confluenti dell’Aspio (Aspia flumen) e del Musone (Misco flumen) si raccorda con le alture e i poggi sud-orientali del Monte Conero.
A controllo dei fertili terreni delle sottostanti due vallate e di importanti assi viari che attraversano quest’ultime, Osimo si eleva su un’alta collina di m. 265 s.l.m., occupando una posizione strategica di grande importanza. Tale importante funzione dell’altura di Osimo è legata alla sua salda posizione nell’immediato entroterra del Conero a controllo delle due vallate, che unendosi nella piana di foce costituiscono una “razionale linea di difesa militare” e una naturale via di comunicazione. Più avanti parleremo di due scontri militari che si sono combattuti proprio su questo territorio.
La contrada di Osimo, (Ab)Badia, si trova locata a est dalla città ed è delimitata dal fiume Aspio e dal suo affluente Fosso Rigo. Confina con i territori di Camerano e Castelfidardo e per questo ultimo con le contrade di Ponte Asciato, Rigo, Grugnaletto e Buffarda. È attraversata dalla strada Statale n.16 Adriatica e nell’angolo di confluenza tra i due corsi d’acqua ha visto la nascita della stazione ferroviaria. La contrada ha oggi due centri abitati la Badai con la Chiesa di Santa Maria in Cirignano e la Stazione con la Chiesa di Santa Maria della pace, riunificate in un’unica parrocchia. L’Abbadia, o Badia, come si è detto poc’anzi, è posta su un colle e al centro di un notevole raggruppamento di case ad orienta della città di Osimo e a circa quattro chilometri dalla stessa.
“Si ha memoria che nel secolo X prendessero stanza in questo colle i Benedettini”.

L' Abbadia, il teatro di due battaglie.


Ora proponiamo alcuni spaccati del diario di guerra di due scontri avvenuti sullo stesso terreno, ma con più di ottanta anni di differenza: il 18 settembre 1860 tra i Sardi e i Pontifici e nei giorni tra il 1 e il 20 luglio 1944, tra truppe tedesche e quelle polacche, nel secondo conflitto mondiale.
16.9.1860 (domenica). Finalmente nelle primissime ore dell’alba il generale Cialdini arriva a Osimo, compiendo tra i disagi e la stanchezza cinquantasei chilometri in solo ventotto ore. Osimo vede i soldati dell’10 e 160 battaglione bersaglieri e più tardi quelli della brigata Como. Sempre la mattina del 16, patrono da Jesi tutte le altre forze della VII divisione che giungono alle ore 10.
Vengono sistemati ad Osimo il quartier generale del IV corpo di armata ed il comando della VII divisione, dipendente dal gen. Leotardi, che prende alloggio nel palazzo Guarnieri. In questa gara la posizione di Osimo è importantissima: arrivarvi prima significava il successo quasi assicurato a tutta l’operazione di guerra.
Le truppe piemontesi vengono così disposte: due battaglioni del 230 reggimento fanteria fuori di Porta Vaccaro, due del 240 verso la Misericordia, il 150 parte a San Sabino e parte all’Abbadia, due cannoni vengono piazzati a Piazza nuova ed alcune compagnie del 240 vengono inviate a San Biagio per far fronte ad una eventuale uscita del De Courten da Ancona. Nel pomeriggio del 16 uno squadrone dei lancieri viene inviato per esplorare i dintorni giungendo fino a Loreto, ritirandosi immediatamente dopo aver ricevuto notizia dell’arrivo prossimo di Lamoricière.
Dal generale Cialdini al generale Villamarina. “Dal Quartier Generale di Osimo 17 settembre 1860.

La S.V. Ill.ma parta immediatamente colla Brigata Regina e il battaglione bersaglieri per la posizione delle Crocette, ove accamperà nel versante settentrionale, cioè a dire verso Ancona. Mandi ordine al 15° Reggimento di mandare due battaglioni a San Sabino. Lasci quattro pezzi a questi due battaglioni coi quali dovrà rimanere il colonnello. Faccia dire ai due battaglioni che resteranno alla Badia di portarsi a rinforzare i due battaglioni di San Sabino se fossero attaccati vivamente oppure la Brigata Como se il brigadiere Cugia li richiedesse. Le manderò alle Crocette una batteria di grosso calibro subito.”

Come si può infatti vedere dalla cartina allegata, all’Abbadia sono schierati due battaglioni il III e il IV del 15.mo Reggimento e una batteria di cannoni(III 15°, sezione 1° B 3° R, IV 15°).[…]
L’altra importante battaglia è invece il secondo conflitto mondiale.
Alcune foto del passaggio del fronte all’Abbadia nel Luglio del 1944.